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dai GIORNALI di OGGI

Nuova influenza, è pandemia

"Non si ferma, serve il vaccino"

ROMA - La pandemia di nuova influenza "non si può fermare e tutti i Paesi avranno bisogno del vaccino". Marie-Paule Kieny, direttore Initiative for Vaccine Research dell'Oms, fotografa così la situazione del virus ormai diffuso in gran parte del pianeta. "A questo punto occorre adattare la strategia di contrasto alle situazioni nazionali, tenendo presente comunque la necessità di immunizzare gli operatori sanitari per garantire l'assistenza alla

2009-07-13

Ingegneria Impianti Industriali

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L'ARGOMENTO DI OGGI

 

CORRIERE della SERA

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2009-07-13

"IMMUNIZZARE PRIMA CHI DEVE PRESTARE ASSISTENZA"

L'Oms: "La pandemia della nuova

influenza non si può più fermare"

Le strategie in preparazione per settembre. Priorità alla vaccinare degli operatori sanitari

(Ap)

(Ap)

ROMA - La pandemia di nuova influenza "non si può fermare". "A questo punto occorre adattare la strategia di contrasto alle situazioni nazionali, tenendo presente comunque la necessità di immunizzare gli operatori sanitari per garantire l'assistenza alla popolazione nel corso della prossima stagione influenzale, in autunno". A illustrare le indicazioni emerse dal recente incontro del Comitato di specialisti sull'influenza dell'Organizzazione mondiale della sanità, la settimana scorsa, è Marie-Paule Kieny, direttore Initiative for Vaccine Research dell'Oms, nel corso di una teleconferenza da Ginevra.

VACCINO IN AUTUNNO - Dalle parole della Kieny è emerso che, comunque, gli esperti stanno raccogliendo dati sul comportamento del patogeno responsabile della nuova influenza nei pazienti di varie classi di età. "Informazioni che già in settembre, alla vigilia della stagione influenzale, saranno disponibili e ci permetteranno di produrre raccomandazioni specifiche", spiega la responsabile Oms." "Tutti i produttori stanno lavorando per garantire la disponibilità del vaccino anti-pandemia, che sarà disponibile tra settembre e ottobre" ha precisato Kieny.

TRE SOMMINISTRAZIONI - L'approccio dovrebbe essere in tre somministrazioni per garantire un effetto scudo contro l'influenza stagionale e il virus H1N1. Nessun timore sui tempi. "Non sarà tardi per vaccinarsi", dice la Kieny. "Abbiamo diverse strategie e stiamo discutendo con Governi e produttori, anche per cercare di assicurare un'equità nella disponibilità del vaccino pandemico".

GRUPPI A RISCHIO - Al momento gli operatori sanitari sono il "gruppo prioritario dal punto di vista della vaccinazione protettiva contro il virus H1N1". Ma ci sono altri gruppi che sono sotto stretto monitoraggio. "Pare che le persone obese rischino di più, anche se non si sa - precisa l'esperta - se questa apparente vulnerabilità sia dovuta all'eccesso di peso o ad altre condizioni collegate all'obesità stessa". "Questo comunque - dice la Kieny - è uno dei gruppi per cui si sta pensando all'immunizzazione con il vaccino pandemico. Un altra categoria nel mirino degli specialisti è quella dei bambini piccoli, anche se non c'è un vaccino specifico per proteggere questa fascia di popolazione dalla nuova influenza"

13 luglio 2009

 

 

 

REPUBBLICA

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2009-07-13

Nuova influenza, è pandemia

"Non si ferma, serve il vaccino"

 

ROMA - La pandemia di nuova influenza "non si può fermare e tutti i Paesi avranno bisogno del vaccino". Marie-Paule Kieny, direttore Initiative for Vaccine Research dell'Oms, fotografa così la situazione del virus ormai diffuso in gran parte del pianeta. "A questo punto occorre adattare la strategia di contrasto alle situazioni nazionali, tenendo presente comunque la necessità di immunizzare gli operatori sanitari per garantire l'assistenza alla popolazione nel corso della prossima stagione influenzale, in autunno".

Gli esperti consultati dall'Oms hanno fissato come priorita' la vaccinazione dei lavoratori del settore sanitario, ''per mantenere in funzione il sistema''. MGli Stati, ha aggiunto Kieny devono adattare le raccomandazioni dell'Oms sulla vaccinazione in funzione della ''situazione epidemiologica, che e' diversa da Paese a Paese'', in particolare per quanto riguarda la gravita' dei sintomi.

(13 luglio 2009)

 

 

 

L'Organizzazione mondiale della Sanità innalza il livello

d'allerta al massimo: è la prima volta nel 21esimo secolo

Nuova influenza, l'Oms: è pandemia

"Indica la diffusione, non la gravità"

L'Organizzazione rassicura: "Non serve limitare la circolazione di persone e merci"

Fazio: "Imperativo iniziare strategia vaccinale in tutto il mondo"

Nuova influenza, l'Oms: è pandemia "Indica la diffusione, non la gravità"

Il logo dell'Oms, al quartier generale a Ginevra

GINEVRA - L'influenza suina è una pandemia. Lo ha dichiarato l'Oms, Organizzazione mondiale della sanità, dopo gli ultimi sviluppi della diffusione del virus A-H1N1 partito dal Messico, dove in aprile sono stati resi noti i primi casi, e che finora ha contagiato più di 28.700 persone in 74 Paesi e provocato 144 morti. Il livello d'allerta è stato elevato a 6, pari al massimo dell'emergenza. E' la prima pandemia del XXI secolo. La decisione dell'organismo internazionale comporterà il rafforzamento delle misure di sicurezza nei 193 Stati membri.

Gli annunci dei giorni scorsi. Nei giorni scorsi, il numero due dell'Oms, Keiji Fukuda, aveva affermato che il mondo è "molto vicino a una pandemia". E aveva segnalato la diffusione del virus anche in Paesi dell'emisfero sud, come l'Australia. Fino a ieri il livello d'allerta era il "5", penultimo scalino della scala da uno a sei elaborata dall'Organizzazione.

"Indica la diffusione, non la gravità". "La fase 6 non dà indicazioni sulla severità della malattia, ma riguarda la diffusione geografica. Pandemia significa espansione globale, ma non ha alcuna connotazione di gravità o leggerezza", ha detto il portavoce dell'Organizzazione, Gregory Hartl. Gli ha fatto eco il sottosegretario italiano alla Salute, Ferruccio Fazio: il passaggio alla fase 6 "non è legato alla gravità clinica dei sintomi della nuova influenza umana, bensì alla grande diffusibilità di tale virus". la decisione, ha aggiunto Fazio, è stata presa anche per un altro motivo: "Ormai in numerosi Stati esiste una diffusione di tipo epidemico del virus e si configura per questo una situazione di tipo pandemico".

Possibile recrudescenza. Le ragioni di questa scelta, ha detto Fazio, sono nella possibile recrudescenza dell'influenza (anche se in questo momento, a livello mondiale, c'è una sorta di stabilizzazione) che potrebbe colpire una larga fetta della popolazione e quindi provocare danni all'economia. "Più a lungo termine - ha spiegato ancora - è che questo virus possa riassortirsi come ceppi di aviaria e creare quindi una nuova forma di aviaria aggressiva e trasmissibile all'uomo. Questo sarebbe un problema serio".

Fazio: "La priorità è una strategia mondiale di vaccinazioni". La priorità è ora "iniziare una strategia vaccinale nel mondo - avverte Fazio - sia per evitare la grande diffusione del virus che per fare in modo che la popolazione sia già protetta nel caso in cui il virus dovesse riassortirsi, ovvero ricombinarsi, trasformandosi in una forma molto aggressiva, e trasmissibile all'uomo, di virus aviario".

Attenzione a una nuova ondata di contagi. Bisogna comunque rimanere in allerta, ci si aspetta "una nuova ondata di contagi": l'avvertimento viene da Margaret Chan, direttore generale dell'Oms. E gli esperti prospettano nuovi decessi, senza però un "picco improvviso di casi mortali". Ma Chan rassicura: si tratta, sì, di pandemia, ma di tipo "moderato": per ora la maggioranza dei pazienti guarisce ed il numero di morti resta basso. L'Oms non raccomanda quindi né la chiusura delle frontiere né la restrizione nei movimenti di persone, beni e servizi.

La "fase 6" in Italia. Quanto all'Italia, dove i casi attualmente confermati di nuova influenza sono 56, il Piano pandemico nazionale prevede per la "fase 6" - come informa in una nota il ministero del Welfare - dal punto di vista strettamente sanitario, azioni per: assicurare l'accesso razionale alle risorse di farmaci e vaccini; contenere e ritardare la diffusione della malattia anche mediante il ricorso a interventi non farmacologici; monitorare i casi di malattia e dei focolai epidemici per individuare cambiamenti genetici, antigenici o funzionali (per esempio, la sensibilità ai farmaci antivirali) e sapere se i livelli di attività dell'infezione sono in aumento o in diminuzione; minimizzare morbosità e mortalità attraverso l'uso appropriato di vaccini e farmaci antivirali; monitorare il funzionamento del sistema sanitario al fine di garantire la continuità dei servizi e un rapido adeguamento alle esigenze di salute della popolazione.

(11 giugno 2009)

 

 

 

Riunione a Ginevra con i rappresentanti delle case farmaceutiche

Vicini a 10,000 casi. Per France Press si sta già preparando il vaccino

L'Oms lancia l'allarme febbre suina

"Mille nuovi casi in un giorno"

L'Oms lancia l'allarme febbre suina "Mille nuovi casi in un giorno"

Una mappa con i casi

della nuova infuenza

GINEVRA - Mille nuovi casi di nuova influenza nelle ultime 24 ore. Questo l'allarme lanciato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) da Ginevra, dove il segretario generale dell'Organizzazione, Margaret Chan, e quello delle Nazioni Unite, il sud-coreano Ban Ki Moon, si incontrano con i vertici delle più importanti compagnie farmaceutiche. Tema delle discussioni: la produzione di un vaccino contro il virus H1N1, comunemente conosciuto come il virus della febbre suina.

Ma proprio prima di questo importante vertice l'Oms ha diffuso dati inquietanti sul virus e sulla sua diffusione. 79 decessi in 40 Paesi nelle ultime 24 ore, con 545 casi in più in Messico - il paese dove tutto è partito -,409 negli Stati Uniti e 176 in Giappone. Anche la Cina ha dato la notizia del quarto caso di contagio aggiungendo che ci sarebbe pure un quinto caso sospetto. Si tratta di una turista italiana di 42 anni, arrivata con una comitiva in Tibet la scorsa settimana. E' ora ricoverata nella località tibetana di Zhangmu, al confine col Nepal. Sono quasi 10,000 ormai il numero dei casi dallo scoppio della pandemia.

Molti Paesi hanno chiesto all'Oms e alle autorità sanitarie di agire con cautela prima di alzare ulteriormente il livello di allarme pandemico dell'influenza suina.

Secondo l'agenzia France Press, l'Oms stima che in un anno potrebbe essere possibile produrre almeno 4,9 miliardi di dosi di vaccino per combattere la suina. A produzione lanciata l'Oms conterebbe su una produzione di 94,3 milioni di dosi a settimana. La casa farmaceutica svizzera Novartis afferma di essere entrata in possesso del virus e avrebbe già richiesto all'Oms il via libera per dare avvio alla sua produzione.

(19 maggio 2009)

 

 

 

L'influenza suina arriva a Hong Kong portata da un cittadino messicano

Ma, per ora, non ci sono stati contagi tra persone non provenienti dai paesi a rischio

L'Oms: "L'epidemia ora sta rallentando"

Il Messico accusa: "Il nostro allarme ignorato"

Il ministero della Sanità dice di aver segnalato per tempo i primi casi sospetti

A Città del Mesico comincia il lingo "ponte". I casi accertati

dal nostro inviato ALBERTO FLORES D'ARCAIS

L'Oms: "L'epidemia ora sta rallentando" Il Messico accusa: "Il nostro allarme ignorato"

NEW YORK - Mentre l'influenza "A-H1N1" (da ieri questo é il nome ufficiale della febbre suina) sbarca in Asia, portata ad Hong Kong da un cittadino messicano e l'Organizzazione Mondiale per la Sanità manifesta un certo ottimismo ("l'epidemia sta rallentando") e smentisce la possibilità di far scattare nelle prossime ore il 'codice 6' (l'allarme pandemia), contro l'Oms arrivano da Città del Messico pesanti accuse.

Miguel Angel Lezana, direttore del centro nazionale di epidemiologia, racconta all'Ap di aver allertato gli uffici panamericani dell'Oms il 16 aprile scorso, quando i medici di Città del Messico si resero conto che un nuovo tipo di influenza, con conseguenti "polmoniti atipiche e gravi", si stava diffondendo nella capitale e in altre zone del paese. "Avrebbero dovuto prendere misure immediate, invece hanno aspettato una settimana. Ho chiesto che venga aperta un'inchiesta".

La replica dell'Oms non si é fatta attendere. "Siamo stati avvisati il 9 aprile scorso che in Messico c'era un'influenza 'sospetta', abbiamo rapidamente risposto il 24 aprile quando i laboratori canadesi e statunitensi hanno individuato il virus di nuovo tipo".

Date che non combaciano, come in questi giorni spesso non hanno combaciato i numeri dei morti e dei contagiati. Dei 159 morti nella capitale messicana solo per 15 c'é la certezza che siano vittime della "A-H1N1" (undici sono donne tra i 21 e i 40 anni) mentre il numero dei contagiati - che cinque giorni fa era ufficialmente di 1400 - é sceso a 343 casi 'sicuri'. L'Oms, comunque, dà 331 casi accertati in 12 paesi.

Anche a Città del Messico - dove é iniziato il lungo ponte (fino al 6 maggio) deciso dal governo - al di là delle polemiche non si nasconde un certo ottimismo. Annunciando i nuovi dati il ministro della Sanità, Josè Angel Cordova, ha detto che "il virus non è così aggressivo come si temeva, fortunatamente non è come l'aviaria che aveva un tasso di mortalità del 70 per cento".

A Ginevra il portavoce dell'Oms Gregory Hartl ha spiegato perché l'allarme resta al 'livello 5'. "Siamo in presenza di casi di trasmissione confermata solo in due paesi, gli Stati Uniti e il Messico. Per passare al livello sei della fase d'allerta dobbiamo essere in presenza di trasmissione a livello comunitario in due diverse regioni dell'Oms. Non abbiamo prove di casi di trasmissione sostenuta su scala comunitaria in Europa. Dobbiamo essere sicuri che non si tratti di casi di trasmissione da un viaggiatore ad una o due persone".

Per l'Oms lo stesso discorso vale per il primo caso di "A-H1N1" registrato in Asia. Si tratta di un cittadino messicano che é arrivato ad Hong Kong (proveniente in aereo da Shangai) e che ieri sera é stato ricoverato d'urgenza in ospedale per i sintomi tipici della nuova influenza. Il test ha dato esito positivo ("ha il virus A-H1N1") e il Metropark Hotel, dove il messicano era alloggiato é stato completamente isolato. In isolamento anche altri tre connazionali che viaggiavano con lui. Nuovi casi di contagio sono stati peró confermati anche in Europa: in Danimarca e in Gran Bretagna. In quest'ultimo caso si tratta di una persona che non ha viaggiato in Messico.

Lo scozzese Graeme Pacitti era stato peró a stretto contatto con una coppia (anch'essa scozzese) che era tornata dal viaggio di nozze a Cancun e che in Messico era stata contagiata. I due sposi, guariti, hanno già lasciato l'ospedale.

Per l'Oms i paesi a rischio epidemia restano dunque Stati Uniti e Messico. Negli Usa i casi accertati di 'nuova influenzà sono adesso 141 (in 19 Stati diversi) un deciso aumento rispetto alle cifre di ieri (109 contagiati in 11 Stati). La Continental

Airlines (unica fra le compagnie aeree) ha deciso di dimezzare i voli da e verso il Messico.

All'aeroporto internazionale 'Benito Juarez' della capitale messicana il numero dei passeggeri é diminuito sensibilmente, tutti rigorosamente con le mascherine sulla bocca. Alla partenza - prima di fare il check-in - si deve compilare un modulo ("non ho febbre, non ho raffreddore, non ho tosse, non ho male alle ossa, non ho problemi respiratori, non ho alcun sintomo influenzale") e poi si passa davanti ai medici che controllano gli occhi e fotografano chi parte.

All'arrivo negli Usa pochi avvertimenti. Ma al Jfk quando l'altoparlante annuncia che i passeggeri sono in arrivo con un volo dal Messico, gli impiegati dell'ufficio immigrazione tirano fuori le mascherine. E il passaggio alla dogana é più veloce del solito.

(1 maggio 2009)

 

 

 

Il presidente americano: "Situazione seria". Bimbo di 2 anni primo morto negli Stati Uniti

Allerta alzata a livello 5 su 6. In 9 Paesi accertati 148 casi. Vaccino non prima di settembre

Febbre suina, l'allarme dell'Oms

"La pandemia è imminente"

In Italia 20 casi sospetti "ma arriverà anche da noi". Numero verde sommerso di telefonate

La Francia chiederà all'Unione europea di vietare i voli per il Messico. Maxirichiesta di mascherine

Febbre suina, l'allarme dell'Oms "La pandemia è imminente"

ROMA - L'Oms lancia l'allarme: "La pandemia è imminente. Il grado di allerta passa da 4 a 5 sui 6 totali: "Il tempo per completare l'organizzazione, la comunicazione e la messa in atto delle previste misure di attenuazione è breve". Il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Margaret Chan, ha esortato tutti i Paesi ad attivare i piani di preparazione alla pandemia e ha chiesto alle ditte farmaceutiche di aumentare la produzione di antivirali: "Il virus si estende senza alcun segnale di rallentamento. Il numero di casi umani di influenza suina ufficialmente notificati all'Oms e confermati da analisi di laboratorio è salito a 148 distribuito su un totale di nove Paesi nel mondo.

"L'umanità minacciata". La direttrice dell'Oms ha ricordato che in caso di pandemia "è davvero tutta l'umanità ad essere minacciata" dalla malattia, ma ha anche sottolineato che, dopo la paura per l'influenza aviaria negli scorsi anni, il mondo è preparato a un'eventuale epidemia globale planetaria come non lo è mai stato prima nella storia.

Primo morto negli Stati Uniti. In un messaggio alla Nazione, il presidente americano Barack Obama si è detto "preoccupato" e non ha nascosto che "la situazione è seria, abbastanza da dover prendere massime precauzioni". Per colpa della febbre suina, ucciso in Texas un bimbo messicano di quasi due anni, la prima vittima dell'influenza suina in suolo statunitense. I casi accertati solo negli Stati Uniti sono poco meno di un centinaio (91), mentre Città del Messico conferma che i morti per il virus H1N1 sono sette.

"Vaccino solo a settembre". L'industria farmaceutica è concentrata per raggiungere al più presto l'obiettivo di un vaccino, vero argine contro la pandemia, ma il ministero della Salute americano - a cui proprio oggi è stato nominato il Segretario alla salute Kathleen Sebelius - ha precisato che "il vaccino non sarà pronto prima di settembre. Ciò nonostante - ha aggiunto il Segretario della sicurezza interna Usa, Janet Napolitano, "il governo americano è pronto ad affrontare una pandemia ufficiale".

Dodici casi in Europa. La Ue conta 12 casi conclamati: in Austria, Spagna, Germania, e Regno Unito. Meglio in Italia dove il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio tranquillizza assicurando che "è tutto sotto controllo": "I casi in Italia sono una ventina, ma sono solo sospetti anche se a breve - ha ammesso Fazio - ci aspettiamo ricoveri di turisti italiani malati di Nuova influenza o Influenza messicana come è giusto chiamare questa nuova malattia". Domani i ministri della Salute europei si riuniranno a Lussemburgo per fare il punto della situazione.

Stop ai voli dal Messico. La Francia chiederà all'Unione europea di vietare i voli verso il Messico per proteggere i viaggiatori dall'epidemia, mentre gli altri stati europei sconsigliano vivamente di raggiungere il paese Nord americano se proprio non spinti da ragioni d'urgenza. Già sospesi invece i voli in arrivo dal Messico negli scali argentini e cubani. Guanti e mascherine sono stati imposti al personale degli scali argentini. In Messico chiuso ogni locale pubblico, bar, scuole, uffici pubblici e chiese, compresi i siti archeologici. Solo le farmacie sono aperte ma mascherine e liquidi disinfettanti sono esauriti.

La paura dilaga in Europa. In Francia è esplosa la domanda di mascherine, mentre nel suo primo giorno di attività, il numero verde 1500 istituito dal ministero italiano del Welfare è stato soffocato da 10 mila chiamate. "Il virus si trasmette da uomo a uomo - assicura il sottosegretario al Welfare Ferruccio Fazio - quindi il rischio di contrarre la cosiddetta influenza suina mangiando carne di maiale cotta o insaccati è praticamente pari a zero".

(29 aprile 2009)

 

 

 

L'opinione di Giorgio Palù, presidente dei virologi italiani: "E' un rischio medio"

"Siamo in fase pre-pandemica, ma è ormai inutile bloccare i confini"

"Il virus si è trasmesso all'uomo

ma per ora non ci sono sintomi gravi"

di ROBERTO CALABRO'

L'epidemia dell'influenza suina in Messico e negli Stati Uniti ha messo in allarme anche il nostro Ministero della Salute. Il sottosegretario Ferruccio Fazio ha consultato ieri il professor Giorgio Palù, presidente della Società italiana di virologia e docente di fama internazionale. Abbiamo ascoltato il suo parere.

Professor Palù, ci spieghi a che punto è la diffusione del virus H1N1 e se si tratta di un'epidemia localizzata o di pandemia?

"Da quanto ne so io si tratta di un focolaio epidemico che rientra, secondo la classificazione dell'OMS, nell'ambito del livello 3 di guardia. Si tratta quindi di rischio medio. Siamo in una fase pre-pandemica dove c'è la dimostrazione di un ceppo di virus che si sta trasmettendo da uomo a uomo".

Secondo l'agenzia governativa americana per la salute, il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta, è probabilmente troppo tardi per contenere l'epidemia. Cosa significa questa affermazione?

"Significa che siccome i casi sono stati accertati o notificati da marzo scorso, e considerando il periodo dell'incubazione che può essere di circa 7 giorni, è inutile bloccare gli aeroporti perché i contagi se ci sono, ci sono già stati. Per cui misure di contenimento come impedire alle persone di uscire o di giungere in quell'area non si possono più adottare. Però bisogna attendere e verificare la virulenza del ceppo perché ancora non è stato accertato che i sintomi di questa influenza siamo più gravi di quelli della normale influenza".

Come e in che tempi si può fermare eventualmente il contagio?

"Negli anni '70 una simile epidemia si era verificata in una caserma di reclute americane. Fu allestito un vaccino e venne risolto tutto in poco tempo perché il virus dava sintomi lievi, come sembra stia accadendo in Texas e in California. Bisogna quindi attendere. Negli Stati Uniti è stato sequenziato il genoma del virus, mentre in Messico non si è ancora potuto controllare se è esattamente lo stesso ceppo. E' importante sottolineare che dai dati genetici risulta che si tratta di un ceppo sensibile agli inibitori della neuroaminidasi: i farmaci sono quindi disponibili. La diffusione del contagio si può bloccare con gli antivirali e, se necessario, favorire l'allestimento di un vaccino in tempi rapidi".

In concreto, quali rischi corre l'Italia in questo momento?

"Aspettiamo che ce lo dica l'OMS. Io credo che i rischi si comincino a correre quando si passa dalla fase 3 alla fase 4 e si accerta che c'è una diffusione del contagio su più ampia scala. In questo momento siamo ancora alla fase 3. L'epidemia è controllata sia dall'OMS che dal CDC. Dopodiché, come ho consigliato ieri al sottosegretario Fazio, in questi casi si allerta il nucleo di esperti per la pandemia, c'è una rete di laboratori già pronta e nel caso in cui si dovesse salire di gradino di rischio bisognerà prendere altre misure come controllare chi entra".

Un'ultima domanda: è pericoloso mangiare carne di maiale in questa fase?

"No, e mi pare che in questo senso si sia già espressa l'Organizzazione Mondiale della Sanità."

(25 aprile 2009)

 

 

 

 

 

Decine di laboratori per la caccia all'Australiana. In Italia ci si aspetta 5 milioni di malati

raccomandato il vaccino. Nel mondo vengono prodotti 250 milioni di dosi

"Virus mutante" composto da tre ceppi

Tutti i segreti della nuova influenza

di ELENA DUSI

"Virus mutante" composto da tre ceppi Tutti i segreti della nuova influenza

ROMA - Il virus dell'influenza è caduto nella rete. Il ceppo australiano H3N2/A/Brisbane/10/07 che è stato appena isolato nei primi italiani colpiti dalla febbre era già nel mirino degli infettivologi. Da febbraio gli avevano puntato contro il microscopio, inserendolo nella triade dei virus uccisi e inattivati che compongono il vaccino di quest'anno. Si spera così di mitigare l'effetto dell'australiana, visto che le mutazioni del virus rispetto all'anno scorso sono state importanti, e il nostro sistema immunitario rischia di trovarsi piuttosto impreparato.

Il vaccino è indicato come la barriera più efficace per smentire le previsioni poco ottimistiche dell'inverno 2008-2009: ci si aspetta che i malati in Italia tocchino i 5 milioni (l'anno scorso non avevano raggiunto i 2). Ma l'inizio della campagna di inoculazioni - che rimarrà in piedi fino alla fine dell'anno - è stato blando, complici lo sgonfiarsi della paura dell'aviaria e un paio di inverni miti e poveri di virus.

Nonostante le continue mutazioni di cui il virus dell'influenza è capace, gli esperti dell'Organizzazione mondiale della sanità hanno sbagliato la mira solo quattro volte negli ultimi vent'anni (l'ultima nell'inverno 2007-8, quando il clima caldo ha comunque alleviato i problemi). E questo perché nella fiala che tra ottobre e novembre puntualmente arriva in farmacia non si trova soltanto il frullato di virus inattivati capaci di proteggere l'organismo contro l'influenza. Lì dentro c'è anche il giallo di un virus che d'estate scompare senza che nessuno sappia dove si vada a rintanare, per poi spuntare di nuovo con il freddo in una forma variata rispetto al passato, ogni volta in una zona diversa del globo. E c'è il thriller di un inseguimento al ceppo mutato che per i ricercatori inizia a febbraio nell'emisfero settentrionale, con i 122 laboratori dell'Organizzazione mondiale della sanità che mettono a confronto migliaia di esemplari isolati in tutto il mondo. Da queste impronte, ancora in pieno inverno, si parte per tracciare l'identikit del virus che colpirà nella stagione successiva.

Per produrre i 250 milioni di dosi di vaccino che ogni anno il mondo consuma sono infatti necessari mesi di lavoro da parte delle aziende farmaceutiche. "Stiamo cercando di mettere a punto modelli matematici di ogni tipo e studi di popolazione per capire in anticipo quali saranno i percorsi e le mutazioni del virus dell'influenza. Ma per ora non abbiamo raggiunto molto. Siamo costretti sempre a inseguire" conferma Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università di Milano specializzato in questa malattia.

Quest'anno il compito si presentava particolarmente difficile. Le mutazioni del virus sembrano aver inserito una marcia superiore. E i ricercatori, rispetto all'anno passato, si sono visti costretti a variare tutti e tre i ceppi del virus che sono contenuti nel vaccino. "Proprio per questo motivo l'epidemia che ci aspetta sarà intensa" spiega Pregliasco. "Di fronte a un virus molto mutato, il nostro sistema immunitario si trova a corto di memoria. Prevediamo un aumento delle persone colpite, ma ciò non vuol dire che i sintomi nella media siano più gravi".

La promessa di un vaccino unico capace di colpire indistintamente tutti i ceppi dell'influenza resta ancora nel cassetto dei sogni. "Il vaccino esiste - spiega Pregliasco - ma è poco efficace, perché utilizza come segno distintivo una parte stabile ma molto interna del virus, che il nostro sistema immunitario fa fatica a riconoscere".

(24 novembre 2008)

 

 

 

 

 

TECNOLOGIA & SCIENZA

Oxford avvia la sperimentazione del nuovo farmaco: "Mai più febbre e mal di gola"

La chiave di volta è una proteina, comune a tutti i ceppi, "da attaccare"

Il supervaccino contro l'influenza

"Così la batteremo per sempre"

di ELENA DUSI

Il supervaccino contro l'influenza "Così la batteremo per sempre"

IL VIRUS dell'influenza scappa. Ma gli scienziati tentano di placcarlo una volta per tutte. All'università di Oxford sta per iniziare la sperimentazione sull'uomo di un vaccino "universale" contro febbre e mal di gola: valido contro tutti i ceppi del virus e capace di proteggere per cinque anni di seguito. Russa, australiana o cinese (ogni anno l'origine del virus dà il nome all'influenza): tutte verrebbero bloccate dal nuovo scudo. "Ma prima di mettere in circolazione il vaccino universale - avvertono i medici di Oxford - dobbiamo completare tutte le tappe della sperimentazione". E per questo ci vorrà ancora una manciata di anni.

Quel che rende difficile la caccia al virus dell'influenza è la sua capacità di mutare di continuo. Ogni anno in autunno, nel momento in cui l'epidemia di tosse e starnuti sta per iniziare, i laboratori di virologia di tutto il mondo scattano per isolare il microrganismo che sarà protagonista dell'inverno successivo. A seconda della forma del virus, si mette a punto il "cappuccio" adatto per neutralizzarlo. Poi i vari paesi danno il via alla campagna di vaccinazione della popolazione, soprattutto anziani e bambini. E da una quindicina d'anni a questa parte (da quando i vaccini contro i disturbi di stagione vennero diffusi) a ogni nuovo inverno la gara riparte da zero.

Oxford ha deciso di cambiare strategia: anziché incappucciare il microrganismo, lo ammanetta. Con la tecnica attuale, il vaccino insegna alle nostre cellule immunitarie a riconoscere una proteina che si trova sull'involucro esterno del virus. Ma queste piccole protuberanze sono proprio l'elemento che varia ogni anno. Nella continua selezione naturale che caratterizza la vita nell'infinitamente piccolo, nuovi ceppi di bacilli subentrano continuamente ai vecchi. Le proteine che valevano l'inverno scorso sono diverse rispetto alla stagione che verrà.

A rimanere costante tra tutti i ceppi influenzali è invece una proteina che si trova all'interno del virus. E il nuovo vaccino "universale" insegna al sistema immunitario che proprio quella è la proteina da attaccare. Qualunque virus influenzale (aviaria inclusa), nel momento in cui si avvicinerà all'organismo, sarà attaccato dalle nostre cellule-soldato.

A parole la strategia sembra perfetta. Ma in passato tentativi simili si sono mostrati poco efficaci, arenandosi nel corso dei vari livelli di sperimentazione. Ma Sarah Gilbert, la ricercatrice dell'università di Oxford che ha ricevuto il via libera per sperimentare il nuovo vaccino sui primi 12 volontari, questa volta ostenta ottimismo: "Saremmo finalmente in grado di proteggere i bambini. Otterremo benefici economici risparmiando la malattia alle persone in età lavorativa. E facendo stare bene loro, aiuteremo anche gli anziani, che rispondono meno alla vaccinazione. Ridurre la presenza del virus farà infatti diminuire le occasioni di contagio".

(7 settembre 2008)

 

L'UNITA'

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2009-07-13

La nuova influenza non si ferma. L'Oms: 'Serve un vaccino'

Secondo l'Oms la nuova influenza che ha colpito in quasi tutto il pianeta "non si può fermare e tutti i Paesi avranno bisogno del vaccino". Lo afferma Marie-Paule Kieny, direttore Initiative for Vaccine Research dell'Oms, che parla di pandemia, fotografando in modo fosco la situazione del virus ormai diffuso in gran parte dei continenti.

"A questo punto - afferma - occorre adattare la strategia di contrasto alle situazioni nazionali, tenendo presente comunque la necessità di immunizzare gli operatori sanitari per garantire l'assistenza alla popolazione nel corso della prossima stagione influenzale, in autunno".

Gli esperti consultati dall'Oms hanno fissato come priorita' la vaccinazione dei lavoratori del settore sanitario, ''per mantenere in funzione il sistema''. Ma gli Stati, ha aggiunto Kieny, devono adattare le raccomandazioni dell'Oms sulla vaccinazione in funzione della ''situazione epidemiologica, che e' diversa da Paese a Paese'', in particolare per quanto riguarda la gravita' dei sintomi.

13 luglio 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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2009-07-13

L'Oms: per la nuova influenza pandemia inarrestabile

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13 luglio 2009

 

La pandemia di nuova influenza A/H1N1 non si arresterà per cui tutti i paesi dovranno fornirsi del vaccino.

Lo ha riferito l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nell'odierna conferenza stampa telefonica da Ginevra.

"La commissione dell'OMS per i vaccini ha fissato come priorità la vaccinazione di coloro che lavorano nel settore sanitario" ha dichiarato la dottoressa Marie-Paule Kieny, direttore del programma di ricerca sui vaccini dell'OMS. Gli Stati "dovranno adottare le raccomandazioni dell'Organizzazione per la vaccinazione a seconda della situazione epidemiologica, che varia da paese o a paese".

La vaccinazione ha come obiettivo la "riduzione della trasmissione della malattia e la riduzione della mortalità", ha proseguito la dottoressa.

Intanto negli ultimi giorni sei nuovi casi di influenza A H1N1 sono stati diagnosticati a cittadini dell'Emilia-Romagna, tutti di ritorno da viaggi in Paesi dove la malattia è diffusa. Le diagnosi sono state confermate dai laboratori attivi nella regione: il laboratorio dell'Istituto di igiene dell'Università di Parma e il Centro regionale di riferimento per le emergenze microbiologiche (Crrem) del Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna.

Si tratta di due persone di 50 e 54 anni, residenti nel parmense, che nei giorni precedenti avevano effettuato un soggiorno in Spagna; un ragazzino di 10 anni, proveniente con la famiglia dal Cile e uno di 12, proveniente dalle Filippine, entrambi residenti nel modenese; un uomo di 43 anni, sempre modenese, che proveniva da Los Angeles; una donna di 38 anni, del bolognese, che ha accusato i sintomi dell'influenza al rientro da una vacanza a Formentera (Spagna). Attualmente, tutte e sei le persone sono seguite in isolamento domiciliare e le loro condizioni non destano preoccupazioni. Fin dalle prime ore sono state messe in atto, da parte delle Aziende sanitarie interessate, in costante contatto con le Autorità sanitarie regionali, le misure di sorveglianza previste dai protocolli, nei confronti di famigliari, amici, conviventi. Complessivamente, a oggi, sono 29 i casi confermati in Emilia-Romagna.

13 luglio 2009

 

 

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